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Mutui e prestitiMutui: tassi mai così bassi da vent’anni

Mutui: tassi mai così bassi da vent’anni

Secondo l’Associazione Bancaria Italiana, nei primi sei mesi del 2015 sono stati concessi nuovi finanziamenti ipotecari  per un ammontare pari a 20,8 miliardi di euro, con un incremento del 67,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. L’incremento appare clamoroso, ma la portata dei numeri andrebbe ridimensionata considerando due fattori:
– il peso delle surroghe, cioè i mutui che passano da una banca all’altra e che rappresentano nuove erogazioni solo dal punto di vista prettamente statistico;

– la domanda di finanziamenti da parte di chi non ne avrebbe strettamente bisogno per comprare casa, ovvero professionisti o imprenditori, che magari comprano una casa da mezzo milione di euro e ne chiedono 100mila da tenere come scorta per le emergenze o da destinare all’attività imprenditoriale finanziandosi a tassi irrisori rispetto a quelli dei prestiti personali.

Il costo del denaro che le banche destinano ai mutui è ormai da mesi ai minimi storici: l’Euribor, il tasso interbancario che serve a indicizzare i finanziamenti a tasso variabile, è in territorio negativo: significa che, considerato lo spread (la maggiorazione sul parametro) richiesto dalle banche, i migliori prodotti costano tra l’1,5 e il 2%.
Anche l’Eurirs, il parametro sul quale la maggior parte delle banche determina il prezzo dei mutui a tasso fisso, è tornato, dopo l’impennata avvenuta nelle settimane in cui si temeva l’effetto Grexit, a livelli mai visti in passato:
il denaro a 20 anni infatti costa l’1,52%: con l’aggiunta dello spread significa pagare poco più del 3%.

Il problema è che queste condizioni non sono proprio accessibili a tutti: infatti, gli spread più bassi sono riservati a chi compra casa con un forte apporto di capitale proprio, almeno il 50%. Per chi acquista chiedendo alla banca di intervenire tra il 70 e l’80%, gli spread salgono e diventano più stringenti gli altri requisiti necessari all’ottenimento del mutuo come, il rapporto tra rata del finanziamento e reddito dimostrabile (difficile ottenere un mutuo la cui rata superi il 30% delle disponibilità nette) e la sicurezza che il reddito continuerà a essere percepito per lungo tempo.
In pratica serve un contratto di lavoro a tempo indeterminato (anche, assicurano le banche, con il jobs act) e in un’azienda giudicata solida.

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